martedì 27 agosto 2013

Naruto - Anch'io voglio fare il ninja (prima parte)

Ciao a tutti, sono il vostro portalettere e oggi vi parlerò di un manga dal successo incredibile e che è uno fra i più venduti da oltre dieci anni ovvero Naruto.
Naruto nasce nel 1999 dai pennini di Masashi Kishimoto ed oggi arriva a contare 65 volumi in patria e 63 in italia, vincendo tantissimi premi e ricevendo sempre un ottimo responso dalla critica.
Prima di addentrarci nella recensione va però divisa la storia in due tronconi, il primo che comprende i volumi dal 1 al 27, il secondo che comprende il resto della storia.
Detto questo partiamo con la trama, la storia racconta la vita di Naruto Uzumaki, un ragazzo di 11 anni che ha perso i genitori appena nato e studia all'accademia ninja del villaggio della foglia.
Naruto passa le sue giornate a combinare guai e infastidire gli abitanti del villaggio cercando di attirare attenzioni su di se, ma riesce solo a inimicarsi tutti quanti. Non sono solo le sue birichinate a renderlo odiato dal resto del villaggio, ma anche e soprattutto il fatto che esso contenga la volpe a nove code, un potentissimo demone che 11 anni prima dell'inizio della storia attaccò il villaggio della foglia e fu sigillato dal quarto hokage (il ninja più forte del villaggio) all'interno del corpo di naruto stesso. Per questo Naruto verrà isolato e allontanato da tutti, ad eccezione di un suo maestro dell'accademia, il maestro Iruka. Questo personaggio è uno dei più importanti dell'intera storia, nonostante non sia forte ne abbia ruoli importanti nel villaggio sarà il primo ad accettare il nostro protagonista e a considerarlo un ragazzo normale e non un mostro. Con il prosegiure della storia Naruto diventerà un ninja a pieno titolo e verra inserito all'inerno del gruppo 7 assieme alla ragazza di cui è innamorato ovvero Sakura e a Sasuke, ultimo discendente del clan Uchiha con l'unico desiderio di vendicare lo sterminio dei suo familiari. Il gruppo 7, sotto la guida del maestro Kakashi, si troverà costretto ad affrontare numerose sfide, dalla saga di Zabusa in cui aiuteranno un villaggio a sfuggire al gioco di un ricco signorotto che li tormentava alla saga della selezione dei chunin in cui si sfideranno con altri ragazzi per essere promossi di grado. Queste sfide faranno in modo che il legame fra i vari membri cresca sempre più, interessante è soprattutto il rapporto che nasce fra Naruto e Sasuke e la sua evoluzione. Inizialmente rivali, i due iniziano a considerarsi amici e a dimenticare l'odio che provano entrambi per il resto del mondo, almeno finchè non compare Orochimaru, un ninja traditore che cerca di portare Sasuke dalla sua parte e prova a distruggere il villaggio della foglia. Non è solo con gli altri membri del suo team che Naruto riesce a stringere legami, infatti stringerà salde amicizie con molti altri ninja del suo villaggio e addirittura con alcuni nemici, la più importante delle quali sarà con Gaara (qui trovate un mio focus on su di lui), un altro ragazzo che ha vissuto un'infanzia come lui perchè portatore del demone tasso della sabbia sigillatogli in corpo dal suo stesso padre per trasformarlo in un'arma umana.
L'arco narrativo conclusivo di questa prima parte di manga è appunta la fuga di Sasuke che, cercando di ottenere un potere in grado di permettergli di vendicare il suo clan, cerca di raggiungere Orochimaru. Inutile dire che Naruto si lancerà subito al suo inseguimento aiutato dai suoi nuovi amici arrivando infine a scontrarsi proprio con Sasuke, ma purtroppo risulterà sconfitto dall'odio dell'ormai ex amico. Naruto deciderà così di mettere da parte momentaneamente il suo sogno di diventare hokage e partirà assieme all'eremita dei rospi, Jiraiya, sperando di diventare abbastanza forte per riprendersi indietro il suo amico.
Questa prima parte di storia non è particolarmente profonda, ma offre molto ai lettori più giovani rivelandosi un'opera di formazione completa. Il protagonista, come molti altri personaggi, cresce con il proseguire della storia, imparando valori fondamentali come l'amicizia e il dovere. Per tutto il tempo cerca di realizzare il proprio sogno di venire accettato da tutto il villaggio e di dimostrare di essere un perdente. Sasuke invece sarà sempre più  ossessionato dalla vendetta e comincerà ad essere l'antitesi del nostro eroe, con l'unico sogno di riuscire un giorno a vendicarsi.
Infine questa prima parte di Naruto è probabilmente una delle mie storie preferite, ricca di emozioni e sentimenti, capace di tenerti incollato alle pagine e in grado di insegnarti il dover, il sacrificio, la lealtà e di infonderti il coraggio di credere ai propri sogni, tutte cose importantissime se si è ancora un ragazzino.
Per questa prima parte era tutto e noi ci rivediamo ad un prossimo post.

lunedì 26 agosto 2013

Horror story - The Blair Witch Project

Ciao a tutti, sono il vostro portalettere e oggi vi parlerò di un altro film horror: The Blair Witch Project.
Questo film è uscito in America nel 1999 e ha avuto un impatto incredibile sul modo di fare film tanto che ancora oggi si cerca di imitarlo quando si realizza un nuovo horror.
I punti di forza di questo film sono due: la sua incredibile semplicità e il suo essere un mockumentary.
Cosa? Cos'è un mockumentary? Beh, è semplicemente un falso documentario interamente girato dagli attori
e fatto passare per un reale documentario. Il film infatti è stato preceduto da una campagna virale in cui si annunciava il ritrovamento di un filmato fatto da tre ragazzi scomparsi anni prima nei boschi vicini al paese di Burkittsville. Questa fu probabilmente la prima, a anche la più riuscita, campagna virale su internet, venne usato il sito www.blairwitch.com per diffondere materiale riguardante il film e fare una dettagliata cronaca della sparizione dei tre ragazzi. La notizia si diffuse con una velocità incredibile e il tutto convinse molti utenti della rete della veridicità della storia contribuendo così a un successo decisamente notevole nei botteghini (200 milioni di incassi a fronte di meno di un milione di spesa).
Arriviamo ora al secondo punto forte del film, la sua semplicità. A differenza di molti dei film di oggi in questo non troviamo effetti speciali, non vediamo migliaia di dollari spesi per sangue finto e non ci compaiono davanti neanche dei mostri giganti o feroci assassini. The Blair Witch Project basa la sua trama su questi sfortunati ragazzi persi nel bosco che si sentono inseguiti da qualcosa, ma non sanno cosa. Tu come loro sai che sono braccati, ma non vedi nulla, sai che dietro la tenda c'è qualcosa, ma ne vedi solo l'ombra, sai che oltre il cono di luce proiettato dalla telecamera si nasconde il male, ma senti solo il suo respiro sul tuo collo.
« Ho paura di chiudere gli occhi... e ho paura di aprirli. »
Ambientazioni come una tenda chiusa o un appezzamento di bosco illuminato da una debole luce  riescono a far provare una straziante sensazione di claustrofobia. Così tu ti ritrovi sulla tua poltrona, magari accoccolato sotto una coperta, son sobbalzi mai dalla paura, ma sei stranamente inquietato per tutta la durata del film. La notte poi ti ritrovi magari a tendere l'orecchio per ascoltare se, perso nella notte, riesci a sentire il rumore di qualcosa che inesorabilmente si avvicina. Allora sai che il film ha avuto successo, perchè il suo scopo non è spaventarti, ma inquietarti. A dare un contributo non indifferente è anche la recitazione, nonostante i tre attori fossero alle prime armi sono riusciti a sfoderare una prestazione convincente e realistica che consente di coinvolgere maggiormente lo spettatore, soprattutto colui che ha creduto alla campagna virale.
In conclusione c'è da rimarcare ancora una volta l'importanza che ha avuto questo film, nonostante non fosse il primo mockumentary (basti pensare al leggermente censurato Cannibal Holocaust, ma le vere origini risalgono agli anni '60), The Brair Witch Project ha portato alla ribalta il genere che ha visto nello scorso decennio un sacco di film fra cui assoluti capolavori (probabilmente solo per me) come i primi due Rec o film di ultrasuccesso (completamente immeritato) come i vari Paranormal Activity 1,2 e via dicendo coi numeri naturali.
In conclusione, questa era la mia opinione su The Blair Witch Project, vi consiglio vivamente di guardarlo e di farmi sapere cosa ne pensate con un commento, noi ci risentiamo in un prossimo post.






domenica 25 agosto 2013

Uno sguardo alla rete - Inside Batman

Ciao a tutti, sono il vostro portalettere e oggi vi vorrei parlare di una web serie tutta italiana incentrata sulla figura dell'uomo pipistrello ovvero Inside Batman: tutto ciò che avete sempre voluto sapere sul cavaliere oscuro, ma che non avete mai osato chiedere.
Questa serie è una delle prove più lampanti che in Italia siamo ancora capaci di fare le cose come si deve, anche se in tv passano solo cose fatte col culo. Comparsa su youtube nel febbraio di quest'anno la serie racconta le (dis)avventure del nostro cavaliere oscuro preferito dopo aver sconfitto tutti i supercriminali di Gotham City ed essersi trasferito a Roma dove presta servizio alla stazione di polizia del settimo Tuscolano assieme al commissario Gordon e al tenente Blake. Qui però il nostro supereroe preferito si troverà ad affrontare qualcosa di diverso rispetto ai soliti Joker o due-facce, dovrà affrontare qualcosa che può rivelarsi anche peggio. Si troverò così di fronte a trasgressori del bollo, travestiti e dottoresse bigotte che porteranno alla luce tutti i problemi di un eroe in crisi.
Questa serie ha la capacità di criticare seriamente la società italiana che batman prova a salvare pur facendo ridere dal primo all'ultimo minuto citando il cavaliere oscuro della trilogia di Nolan e evidenziando l'assurdità di una figura simile nel mondo reale.
Inoltre c'è da dire che sotto l'aspetto tecnico la serie è realizzata magnificamente, dalle musiche alla regia tutto è curato e realizzato molto bene.
Un elogio particolare va fatto agli attori, soprattutto a un Peppe Coco (batman) davvero convincente e che ha poco da invidiare al più quotato negli ambienti di Hollywood Christian Bale.
La serie presenta però un difetto molto importante, sono usciti solo cinque episodi e io ne voglio ancora, quindi adesso termino questo mio articolo per andare a spammare sotto i loro video la richiesta di una seconda stagione mentre voi se non l'avete ancora fatto andatevi a vedere la prima e iscrivetevi al canale, qui sotto vi lascio il link.
Dal vostro portalettere è tutto e arrivederci ad un prossimo post.

CANALE INSIDE BATMAN

giovedì 22 agosto 2013

Saint Seiya - Ma davvero?

Ciao a tutti, sono il vostro portalettere e oggi vi parlerò di un manga che ha davvero spopolato durante gli anni '80 e che ancora oggi riscuote un notevo successo: Saint Seiya.
Questo fumetto è una vera e propria opera leggendaria, negli anni ottanta era considerato l'unico vero rivale
di dragonball rivaleggiando costantemente nelle vendite.
Dopo aver letto l'intera saga mi è sorta spontanea una domanda: ma davvero? Davvero questo manga si piazzava nei primi posti delle classifiche di popolarità e di vendita? Davvero era un modello a cui aspirare per gli emergenti mangaka? Davvero tutti i ragazzini sognavano di indossare un'armatura d'oro e combattere per la dea Atena?
Siamo seri, quest'opera è un abominio, per migliaia di pagine vedremo un povero ragazzo scagliarsi contro nemici più forti di lui urlando "FULMINE DI PEGASUS" (il nome originale della tecnica è impronunciabile) senza sortire alcun effetto. Poi magicamente ispirati dall'amore per la giustizia e per la pace e, dopo aver sviluppato il settimo e anche l'ottavo senso (giusto per essere sicuri di non farci mancare nulla), si brucia il cosmo oltre i limiti estremi dell'universo riuscendo così a scagliare un pugno più veloce della luce che sbaraglierà ogni malintenzionato. Dalla prima all'ultima saga, dal primo all'ultimo avversario, tutto sarà uguale.
E sui personaggi principali non diciamo niente? Forse bisognerebbe parlare al singolare visto che sono tutti uguali. Mentre leggo ho l'agghiacciante sensazione che siano tutti dei cloni, nessun personaggio ha delle caratteristiche uniche (tranne Shun, il cavaliere dell'andromeda, la cui caratteristica fondamentale è meglio non dirla), nessuno ha un pensiero proprio o riesce a dire qualcosa che vada contro corrente.  Va leggermente meglio passando ai personaggi secondari, ma anche questi sono accomunati da una caratteristica: sono vuoti, non ti lasciano nulla dopo la lettura.
Un ultimo appunto va fatto sui disegni: fanno schifo, non c'è altro da aggiungere.
Quindi, dopo questo mio elogio a Saint Seiya è arrivata l'ora di salutarvi ad un prossimo post.

mercoledì 21 agosto 2013

Horror story - The exorcism of Emily Rose

Ciao a tutti, sono il vostro portalettere e oggi vorrei iniziare a parlarvi di film cominciando da uno dei miei generi preferito ovvero l'horror.
Il film di cui vi voglio parlare oggi è, come spoilera già il titolo, The exorcism of Emily Rose, pellicola di Scott Derrickson uscita nel 2005.
Questo film si basa la sua trama di base sulla storia veramente accaduta di Anneliese Micheal, una ragazza tedesca a cui negli anni '70 venne diagnosticata una sindrome depressiva seguita da epilessia. Dopo anni di fallimentari cure i genitori cominciarono a cercare delle risposte nella religione arrivando a convincersi che essa fosse posseduta dal demonio, convinzione che Annaliese stessa condivideva, ella infatti arrivò a dichiarare di aver parlato sia con Gesù che con la Madonna e di aver avuto da Essi la motivazione delle proprie sofferenze. La ragazza fu così sottoposta ad esorcismi per diversi mesi finchè non morì dando così inizio ad un processo in cui il prete esorcista e i genitori vennero condannati per omicidio colposo.
Il film narra appunto la storia di questo processo, alternando ai momenti in tribunale dei flashback in cui il prete ricorda l'orrore che ha vissuto assieme a Emily. Questo cocktail è l'arma vincente del film, infatti permette di sentire sia la parte della difesa, profondamente credente e convinta della reale possessione di Emily, sia la parte dell'accusa, rappresentante della fredda scienza che accetta come vero solo ciò che può provare. Chiunque guarda il film, se non è troppo impegnato a  pregare per salvarsi nella lotta contro il demonio, è chiamato a riflettere su cosa credere, ma soprattutto a riflettere se ciò in cui crede è reale oppure no.
Il regista ha infatti utilizzato per spaventare solo cose che avvengono normalmente nella maggioranza dei casi di ritenuta possessione come lo svegliarsi sempre ad un orario preciso nel cuore della notte, il parlare alcune lingue antiche come greco o aramaico che non si sapeva di conoscere, il sentire l'odore di zolfo, il sentirsi immobilizzati nel proprio letto o il far assumere al corpo strane posizioni che sembrano quasi impossibili. Solo che questi elementi hanno tutti una possibile spiegazione scientifica e ciò fa in modo che anche il più incallito degli atei finisca per domandarsi se anche lui possa sperimentare le stesse sofferenze.
Questo film è stato certamente uno dei più terrorizzanti che abbia mai visto, alcune scene sono ben scolpite nella mia memoria, e sicuramente ve lo consiglio se vi piace il genere.
Se inoltre volete approfondire la conoscenza della storia reale in rete si trova molto materiale su Annaliese Michel che ho preferito non condividere perchè non adatto ad un blog raggiungibile da chiunque e che potrebbe davvero condizionare qualcuno.
Ora è il momento di salutarvi, arrivederci ad un prossimo post e gustatevi il film.

martedì 20 agosto 2013

Beelzebub - Istruzioni su come slogarsi la mascella cercasi

Ciao a tutti, sono il vostro portalettere e oggi vi parlerò di Beelzebub, un manga nato dal pennino di Ryuhei Tamura solo pochi anni fa, più esattamente nel 2009.
Partiamo dalla trama: un bel giorno, durante una rissa, il nostro protagonista trova il figlio di satana, venuto sulla terra per sterminare la razza umana che gli si affeziona per la sua forza e la sua brutalità. Il nostro eroe
inizierà così a sfidare tutti  gli studenti del suo istituto (una scuola di super delinquenti che vanta una percentuale di teppisti del 120%) cercando di trovare qualcuno più forte di lui a cui sbolognare il bambino. FINE DELLA TRAMA.
Non ci saranno colpi di scena, niente misteri che verranno svelati con l'avanzare della storia, nessuna introspezione profonda dei personaggi, nessun insegnamento morale. NIENTE.
Leggendo questo manga potremo fare solo una cosa: ridere come degli ebeti dalla prima all'ultima vignetta. Quest'opera è semplicemente una brillante parodia del genere shonen, vi ritroveremo infatti tutti gli elementi tipici come i combattimenti a livello crescente, i super allenamenti per sconfiggere il nuovo boss e naturalmente le tecniche segrete. Solo che qua quando arriverà il momento decisivo in cui solo uno fra il nostro protagonista e i suoi avversari potrà prevalere si deciderà tutto al meglio di tre set a pallavolo o a chi è più bravo coi videogames, le super tecniche segrete si riveleranno essere dei semplici pugni scagliati con maggiore forza  oppure consisteranno nel rubare il latte al piccolo Beel e se un nemico sarà troppo forte basterà far diventare il piccolo pargolo un gigante colossale come se fosse un megazord.
Questo è beelzebub, risate, risate e risate ancora. L'unica pecca è che se non apprezzate il genere shonen a che il manga stesso sfotte allegramente, allora vi ritroverete ad annoiarvi un po' nei capitoli in cui i personaggi si meneranno, ma la lettura resterà piacevola.
Se invece siete degli amanti del genere vi consiglio vivamente di teletrasportarvi in fumetterei ed ordinare l'intera serie.
Ciao a tutti dal vostro portalettere e arrivederci ad un prossimo post.

sabato 17 agosto 2013

The Binding of Isaac: divertimento infinito

Ciao a tutti sono il vostro portalettere e oggi vi parlerò di un videogame: The Binding of Isaac. Questo gioco è comparso su Steam nel settembre del 2011 ed è un videogioco indipendente roguelike*.
questo gioco si ispira all'episodio biblico del sacrificio di Isacco, nel gioco infatti si impersona Isaac, un bambino fuggito nella cantina di casa perchè la madre , ispirata da una voce dall'alto, cerca di ucciderlo.
Isaac si troverà così a scendere sempre più in profondità, attraversando labirinti e stanze piene di mostri generati sempre in maniera casuale traendo molta ispirazione dai labirinti già visti nel ben più noto The Legend of Zelda fino ad arrivare a sconfiggere la propria madre. Una delle caratteristiche vincenti di questo gioco è l'incredibile quantità di oggetti e nemici che si possono incontrare in quest'avventura, rendendo ogni partita diversa dall'altra e donando al gioco una longevità incredibile. Ad aumentare la già elevata longevità del gioco c'è un sistema che aumenta la forza dei mostri, il numero di livelli da terminare e il numero delle stanze per ogni livello ogni volta che noi terminiamo una partita. Io personalmente ho sorpassato le 50 ore di gioco e ancora mi diverto tantissimo a trascorrere ore con questo giochino che probabilmente è il mio miglior acquisto videoludico del 2013, un piccolo capolavoro.
Quindi, queste erano le mie impressioni su The Binding of Isaac, spero che anche a voi possa piacere come è piaciuto a me, non giocateci troppo però e rimanete sintonizzati sul mio blog.
Qui dal vostro portalettere è tutto, ci rivediamo ad u prossimo post.

Ah, quasi dimenticavo, costo solo 5 euro quindi non avete scuse per non averlo ancora acquistato.

venerdì 9 agosto 2013

Focus on: Gaara

Ciao a tutti, sono il vostro portalettere e oggi vi parlerò di un personaggio appartenente al  famoso manga Naruto: Gaara.
Gaara è uno dei nemici principali della prima parte del manga, vive un'infanzia estremamente simile al protagonista, entrambi sono infatti delle forze portanti e questo li ha portati a essere isolati e odiati dal loro
stesso villaggio. Naruto però incontrerà delle persone che sapranno salvarlo dalla solitudine, cosa che invece non accadrà, almeno inizialmente, per il ragazzo della sabbia. Questo personaggio cadrà così sempre di più nella solitudine e nella pazzia che il demone tasso gli causa, rappresentando come sarebbe potuto diventare anche Naruto. Sono però proprio questi elementi di follia a caratterizzare il personaggio, a donargli una crudeltà non fine a se stessa, il personaggio infatti uccide perchè è l'unico modo che ha per sentirsi vivo, e una sfiducia nel genere umano. Gaara può anche essere considerato una rappresentazione dei giovani del mondo reale che, non riuscendo a trovare il loro posto nel mondo, finiscono per perdersi e isolarsi da tutti. Dopo essere stato sconfitto da Naruto, Gaara capirà però che gli manca qualcosa, qualcosa senza il quale non vale la pena di vivere: i legami positivi con le altre persone. Gaara inizierà così un'evoluzione che lo porterà a diventare un grande amico per il protagonista, sempre pronto a difendere con forza gli ideali in cui crede risultando anche capace di cambiare le persone che proprio come lui si stavano perdendo.
Infine questo era Gaara, uno dei personaggi che più mi piacciono dell'universo di Naruto, capace di regalarci momenti indelebili con la sua spietatezza (quando spezza gamba e braccio a Rock Lee o quando uccide Dosu) o con la su integrità (quando parla alla conferenza dei kage), spero che anche a voi sia piaciuto come a me e arrivederci ad un prossimo post.

martedì 6 agosto 2013

Storia del fumetto - Supereroi in guerra, la golden age

Ciao a tutti, sono il vostro porta lettere e oggi voglio parlarvi di un pezzo di storia dei fumetti, più precisamente quello coincidente con la seconda guerra mondiale.
In questo periodo buio per il mondo intero i fumetti videro crebbero la loro influenza in maniera esponenziale, basti pensare che le vendite mensili nella sola america passarono da 15 milioni ad oltre 25 durante il 1942.
E' proprio in questo periodo che vediamo la nascita di uno dei supereroi più famosi di sempre, Capitan America. Questo eroe creato dall'ingegno di Joe Simon e di Jack Kirby sarà costantemente impegnato a fianco dell'esercito americano, difendendo la sua patria prima dello scoppio della guerra e partendo per il fronte dopo l'attacco a Pearl Harbor. Sarà inoltre un grande elemento di propaganda nell'America di quegli anni, volto a rappresentare il lato democratico e soprattutto libero del suo paese contrapponendolo all'imperialismo e alle dittature che martoriavano l'Europa. I fumetti però non vengono usati solo in patria, vengono infatti anche inviati ai soldati impegnati in battaglia insieme ai rifornimenti fondamentali per cercare di risollevare il morale dell'esercito. Capitan America però, come altri supereroi, rispecchierà ad ampi tratti l'ideologia che combatteva perchè in fondo, l'idea di poter far valere le proprie idee con la mera forza è terribilmente vicina al fascismo. Col terminare della guerra questi eroi politici vennero parzialmente dimenticati per poi essere ripescati negli anni successivi  e modificati per adattarsi ai nuovi tempi. Le storie belliche però ci lasceranno un'altra cosa: la nascita del mercato dei fumetti per collezionisti. In una storia di Capitan America, il suo aiutante Bucky invita a razionare la carta portando così moltissimi fumetti a venir riciclati. Le copie sopravvissute acquistarono così un enorme valore che col tempo è solo aumentato raggiungendo oggi cifre elevatissime. 

Questo pezzo di storia del fumetto si conclude qui, ma ce ne saranno altri. Altri momenti cupi attendono i nostri eroi su carta stampata, pericoli che li anno quasi cancellati, ma questa è un'altra storia.
Arrivederci al prossimo post. 


domenica 4 agosto 2013

Riflettiamo insieme: l'attacco dei giganti

Ciao a tutti, sono il vostro portalettere e oggi vorrei proporvi le mie riflessioni su questo manga che negli ultimi tempi ha spopolato tantissimo.

Oggi non sono qui a scrivere parlandovi del disegno o della trama, vi basti sapere che 100 anni prima dell'inizio della storia sono comparsi degli esseri giganti che hanno quasi completamente sterminato l'umanità. I pochi superstiti si sono rinchiusi dietro a tre cinte murarie per questi 100 anni finchè non è comparso un gigante in grado di abbatterle facendo riprovare alla razza umana il terrore di veneire divorata da questi esseri.

Questa storia di base però è solo un pretesto che l'autore usa per criticare gli uomini, corrotti da una società marcia. Ne l'attacco dei giganti abbiamo l'esercito diviso in 3 reparti: il corpo di guarnigione che si opputa di presidiare le mura, l'armata ricognitiva che si occupa di esplorare il mondo esterno alle mura studiando i giganti e il corpo di gendarmeria che vive nella cinta muraria più interna al sicuro da ogni pericolo.
Ed è proprio in quest'ultimo corpo, in cui si possono arrualare solo i migliori soldati, a cui ogni recluta dell'esercito umano punta per cercare di scappare da un mondo che fa paura.
Queste sono tutte persone vuote, specchio di noi stessi che come loro viviamo come pecore seguendo tutto quanto ci viene detto da chi sta più in alto di noi.
Come però nel nostro mondo, anche in quest'opera compaiono persone che non accettano la loro situazione e decidono di arrualarsi nell'armata ricognitiva sacrificando la propria vita per permettere la vittoria della razza umana. Oggi più che mai abbiamo bisogno di persone così, capaci di credere nei propri sogni, di parlarne, di condividerli com chi gli sta attorno, non di persone che hanno perso, o peggio venduto, la loro umanità.

Chiudo questa mia breve riflessione invitandovi a leggere questo fumetto perchè nonostante abbia qualche pecca sotto l'aspetto tecnico è senz'altro un'opera di grande valore.

Ciao a tutti e arrivederci ad un prossimo post.

sabato 3 agosto 2013

Death Note - L'inizio della mia fine



Ciao a tutti, sono il vostro portalettere e oggi vi parlerò di Death Note

Questo manga pubblicato per la prima volta in italia nel 2006 è stato quello che ha fatto nascere in me la passione per questo mondo quindi perdonatemi se i miei giudizi saranno troppo soggettivi.

La trama di base è molto semplice, un ragazzo incredibilmente dotato trova un death note, un quaderno di un shinigami che permette di uccidere le persone semplicemente scrivendoci sopra il nome e immaginandone il volto. Il nostro protagonista decide quindi di utilizzare questo quaderno per giustiziare i criminali e guidare l’umanità verso un futuro migliore. Inutile dire che gli organi di polizia di ogni dove non la prenderanno bene e si metteranno sulle sue tracce con intenzioni poco amichevoli e, per non farci mancare nulla, ci sarà anche il miglior detective del mondo a cercare di mettergli i bastoni fra le ruote.

I punti forti del manga non risiedono però nella trama o nei colpi di scena, ma piuttosto nell’impostazione dei personaggi. A Light yagami, che evidentemente non ha mai letto beccaria e il suo “dei delitti e delle pene”, mosso inizialmente da intenti nobili e pronto a sacrificare addirittura la sua anima pur di migliorare il mondo viene contrapposto L, anche lui pronto a tutti pur di assicurare kira alle mani della giustizia.  Ma è proprio il concetto di giustizia quello su cui si combatte, e il lettore è chiamato a schierarsi anch’esso scegliendo in quale giustizia credere.
Tornando ai personaggi, abbiamo, oltre ai due protagonisti e ai loro bizzarri comportamenti, un ricco cast di comprimari più o meno importanti, ma che vanno a rappresentare l’uomo comune, compresi io e voi che mi leggete. Avremo persone che scapperanno di fronte a questa sfida perché tengono più a se stessi che alla collettività, persone che lavorano duramente per ciò in cui credono, persone timorose e piene di dubbi che non sanno se stanno facendo la cosa giusta, persone che si sacrificano per gli altri e persone che sacrificano gli altri per il proprio tornaconto. Noi, nel bene e nel male, saremo costantemente costretti a confrontarci con ciò rispecchiandoci in questi personaggi.

Altro punto fondamentale dell’opera è la tensione che fa provare ai propri lettori. Questo manga riesce davvero a tenerti col fiato sospeso in alcuni passaggi e ci si ritrova a tifare per il nostro personaggio preferito manco fosse la finale dei mondiali di calcio. Questo perché differentemente dal classico manga per ragazzi noi non sappiamo già che il buono trionferà, anzi, non sappiamo neanche chi è il buono fra i contendenti.

Detto questo c’è da dire che il manga non è tutto rosa e fiori, dalla seconda metà in poi la qualità dei personaggi cala ma penso di poter imputare la cosa non solo alla mancanza di idee ma anche alla moralità sempre più degradata che pervade il mondo. Il disegno non è nulla di eccezionale ma anche grazie ad un sapiente uso dei colori le tavole hanno ugualmente un buon impatto visivo.

Infine io mi sento di consigliarvi questo manga che pur non essendo un capolavoro è un ottimo prodotto adatto soprattutto ai lettori un po’ più giovani, intorno ai 14-16 anni, ma che saprà intrattenere piacevolmente anche i lettori un po’ più navigati. Vi invito comunque a non prendere le mie parole come verità assolute, io sono solo un semplice appassionato di fumetti e vi invito anche a lasciarmi un commento per farmi sapere cosa ne pensate di quest’opera.

Un grazie a tutti coloro che sono arrivati fin qui e arrivederci alla prossima recensione.

Presentazioni

Un ciao a tutti coloro che mi leggeranno, io sono il vostro portalettere e oggi voglio presentarmi e parlarvi un po' di cosa intendo fare con questo blog.

Innanzitutto io sono un ragazzo valtellinese di vent'anni, iscritto al corso di laurea di ingegneria gestionale al politecnico di Milano, ma la cosa più importante è la mia grande passione per i fumetti. Oramai mi trovo costetto ad ammucchiare tutti i miei libri scolastici e non per far posto ai manga. Manga di cui intendo parlarvi principalmente in questi miei post.
Vi scriverò anche di altro in questo blog però, ho molte altre passioni che voglio condividere con più persone possible: film, sport, politica, economia e videogames.

Spero proprio che qualcuno vorrà accompagnarmi in questa nuova avventura e arrivederci.