Ciao a tutti, sono il vostro portalettere e oggi vi parlerò di Death Note
Questo manga
pubblicato per la prima volta in italia nel 2006 è stato quello che ha fatto
nascere in me la passione per questo mondo quindi perdonatemi se i miei giudizi
saranno troppo soggettivi.
La trama di
base è molto semplice, un ragazzo incredibilmente dotato trova un death note,
un quaderno di un shinigami che permette di uccidere le persone semplicemente
scrivendoci sopra il nome e immaginandone il volto. Il nostro protagonista
decide quindi di utilizzare questo quaderno per giustiziare i criminali e
guidare l’umanità verso un futuro migliore. Inutile dire che gli organi di
polizia di ogni dove non la prenderanno bene e si metteranno sulle sue tracce
con intenzioni poco amichevoli e, per non farci mancare nulla, ci sarà anche il
miglior detective del mondo a cercare di mettergli i bastoni fra le ruote.
I punti
forti del manga non risiedono però nella trama o nei colpi di scena, ma
piuttosto nell’impostazione dei personaggi. A Light yagami, che evidentemente
non ha mai letto beccaria e il suo “dei delitti e delle pene”, mosso
inizialmente da intenti nobili e pronto a sacrificare addirittura la sua anima
pur di migliorare il mondo viene contrapposto L, anche lui pronto a tutti pur
di assicurare kira alle mani della giustizia.
Ma è proprio il concetto di giustizia quello su cui si combatte, e il
lettore è chiamato a schierarsi anch’esso scegliendo in quale giustizia
credere.
Tornando ai
personaggi, abbiamo, oltre ai due protagonisti e ai loro bizzarri
comportamenti, un ricco cast di comprimari più o meno importanti, ma che vanno
a rappresentare l’uomo comune, compresi io e voi che mi leggete. Avremo
persone che scapperanno di fronte a questa sfida perché tengono più a se stessi
che alla collettività, persone che lavorano duramente per ciò in cui credono,
persone timorose e piene di dubbi che non sanno se stanno facendo la cosa
giusta, persone che si sacrificano per gli altri e persone che sacrificano gli
altri per il proprio tornaconto. Noi, nel bene e nel male, saremo costantemente
costretti a confrontarci con ciò rispecchiandoci in questi personaggi.
Altro punto
fondamentale dell’opera è la tensione che fa provare ai propri lettori. Questo
manga riesce davvero a tenerti col fiato sospeso in alcuni passaggi e ci si
ritrova a tifare per il nostro personaggio preferito manco fosse la finale dei
mondiali di calcio. Questo perché differentemente dal classico manga per
ragazzi noi non sappiamo già che il buono trionferà, anzi, non sappiamo neanche
chi è il buono fra i contendenti.
Detto questo
c’è da dire che il manga non è tutto rosa e fiori, dalla seconda metà in poi la
qualità dei personaggi cala ma penso di poter imputare la cosa non solo alla
mancanza di idee ma anche alla moralità sempre più degradata che pervade il
mondo. Il disegno non è nulla di eccezionale ma anche grazie ad un sapiente uso
dei colori le tavole hanno ugualmente un buon impatto visivo.
Infine io mi
sento di consigliarvi questo manga che pur non essendo un capolavoro è un
ottimo prodotto adatto soprattutto ai lettori un po’ più giovani, intorno ai
14-16 anni, ma che saprà intrattenere piacevolmente anche i lettori un po’ più
navigati. Vi invito comunque a non prendere le mie parole come verità assolute,
io sono solo un semplice appassionato di fumetti e vi invito anche a lasciarmi
un commento per farmi sapere cosa ne pensate di quest’opera.
Un grazie a
tutti coloro che sono arrivati fin qui e arrivederci alla prossima recensione.
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